Banca Intesa è pronta a crescere da sola

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Endogeno vs esogeno. Questo è il fulcro della crescita di Banca Intesa secondo il suo Amministratore Delegato Carlo Messina, che a margine dell’ultima assemblea dell’Istituto di Credito ha annunciato come la crescita deve proseguire in modo autonomo, senza rivolgersi a dossier dalla natura esogena.

L’amministratore delegato ha quindi confermato l’intenzione di distribuire il dividendo del valore di 3.4 miliardi di euro nel corso del bilancio del 2017 e ha ribadito l’intenzione di pagare dieci miliardi di euro del dividendo restituendo quello che è il doppio dell’aumento di capitale portato a termine nell’ormai lontano 2011. Alle dichiarazioni più tecniche, il manager ha quindi aggiunto un’iniezione di fiducia.

Messina ha infatti sottolineato che Banca Intesa è attualmente una delle prime banche in Europa e che è sua volontà continuare ad esserlo e affermare la posizione anche nei prossimi anni. Tradotto nella pratica, l’obiettivo della banca è di accelerare sui motori di crescita grazie alle potenzialità enormi che stanno alla sua base e coglierle attraverso il piano industriale che verrà interamente sviluppato nel corso del 2017.

Poche e innocue le variazioni che si sono verificate nel corso della riunione per l’approvazione del bilancio 2017, che ha visto presente il 58.72% del capitale.

L’unica variazione di minimo rilievo interessa San Paolo che ha leggermente ridotto la quota, portandola dal 9.34% al 9.198% e la riduzione di Cariparo che è passata dal 3.03% al 2.2%. Sono invece rimaste assolutamente invariate le quote di Cariplo con il suo 4.836% e di Assicurazioni Generali ferma al 3.408%, anche se la compagnia di assicurazioni ha recentemente dichiarato che potrebbe vendere una quota o la totalità della sua partecipazione nell’istituto bancario.

Fra i punti fermi dell’istituto di credito milanese vi è proprio il settore assicurativo. Lo stesso amministratore delegato Messina ha ribadito la volontà del gruppo di affermarsi in questo settore, forte dell’essere già leader nazionali nell’area delle assicurazioni vita. La volontà è di ampliare la redditività sviluppando il settore danni e Messina ha dichiarato che i competitors avranno filo da torcere nei prossimi anni, grazie alla costruzione di prodotti assicurativi di valore e forti di poter essere distribuiti fra un bacino di clienti molto ampio. La domanda sorge quindi spontanea, ovvero la commistione fra banca e assicurazioni porterà beneficio ai clienti o danno?

La vecchia cara divisione dei compiti, quindi fare la banca e basta non potrà portare a confusione e a problemi tangibili per i clienti che scelgono di assicurarsi con gli istituti di credito? A questa domanda potrà rispondere solo il tempo, per poter considerare se i prodotti assicurativi offerti sono realmente efficaci e di alta qualità come le banche dichiarano.

Alla fine, Banca Intesa ha chiuso i suoi conti con utili forti e marcati, triplicando i risultai che erano stati ottenuti nel corso del 2013 e dimostrando che un’azienda italiana è in pieno grado di generare valore anche all’interno dell’Europa.

Ancora una volta e parole di Messina hanno spiegato il successo dei profitti, perché Intesa ha saputo dal 2013 ad oggi creare il cosiddetto total shareholder return, ovvero una somma di incremento del valore delle azioni e di tutti i dividendi che vengono distribuiti più alta rispetto a tutte le altre aziende. In soldoni, chi nel 2013 ha investito un miliardo di euro in Banca Intesa se ne trova oggi due, chi ne ha investiti 100mila se ne ritrova con 200 mila e così via, in un processo di duplicazione netta del valore di investimento iniziale.