Prestiti personali e crisi

La crisi economica che, a partire dalla seconda metà del decennio scorso, è nata in USA per diramarsi poi in Europa tutta e anche in Italia, ha avuto ripercussioni sulle tasche degli italiani, portandoli a rivedere la valutazione dei propri patrimoni.

Una delle conseguenze meno evidenti della crisi economica è l’inversione di tendenza dei consumatori nel settore dei finanziamenti.

In passato, infatti, i prestiti personali venivano richiesti principalmente per soddisfare esigenze dovute all’acquisto di beni di grande valore come un’automobile o l’arredamento per la propria abitazione. Oggi, invece, le esigenze degli italiani sono diverse: disoccupazione e fatica a far quadrare i conti del proprio budget familiare hanno spinto i consumatori a richiedere finanziamenti di più piccola entità per ottenere liquidità con la quale far fronte a piccole esigenze quotidiane.

Ecco, allora, che si registrano dei veri e propri boom nel campo dei cosiddetti prestiti immediati , ossia prestiti erogati nell’arco delle 24 ore generalmente per importi non superiori ai 4-5000 euro. Questa inversione di tendenza rappresenta un vero e proprio campanello di allarme che rispecchia l’attuale difficoltà dei ceti medio bassi.

Se prima si ricorreva agli strumenti del credito per finanziare grandi acquisti, ora invece, ci si preoccupa di provvedere a quelle spese quotidiane divenute problematiche. Prestiti veloci e cessioni del quinto sono diventate le uniche possibilità per ottenere liquidità che consenta di superare questo momento in attesa di periodi migliori sperando che la tanto attesa ripresa economica non si faccia attendere troppo.

Stessa sorte tocca anche ai piccoli commercianti, sempre più schiacciati dalla grande distribuzione, che faticano a sostenere le spese della propria attività a fronte di margini sempre più bassi. Anche in questo caso, ottenere dei piccoli prestiti è, per molti, fondamentale per continuare a lavorare aspettando una ripresa dei consumi e non perdere competitività rispetto alla concorrenza.