Nati in giacca e cravatta o forgiati sul campo: imprenditori si nasce o si diventa?

Non che sia un dubbio amletico o un tormentone senza tempo, ma la questione se imprenditori si nasce o si diventa può in effetti risultare interessante per chi intende fare l’imprenditore di mestiere.

Nella definizione dell’Enciclopedia Treccani, l’imprenditore è “chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata, di carattere industriale, agricolo o commerciale, al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizî; in senso più ampio, chi, persona fisica o società, gestisce un’impresa”.

Ma le doti di leadership, organizzazione e problem solving per giungere alla guida di un’impresa sono innate o possono essere coltivate nel corso degli anni, grazie allo studio e al lavoro e all’abbinamento di ambizione e passione?

La risposta a questa domanda è 50 e 50, e per capirlo meglio possiamo prendere spunto da questi 3 imprenditori italiani di successo, per capire se avevano questa carriera scritta nel loro DNA o meno, e quale percorso personale e professionale hanno intrapreso per raggiungere il loro obiettivo.

  • Marco Tronchetti Provera

Noto come CEO e Vice Presidente Esecutivo di Pirelli, Tronchetti Provera potrebbe sembrare un manager già nato in giacca e cravatta. In casa doveva mangiare pane e imprenditorialità, dato che suo padre, Silvio Tronchetti Provera, era un industriale di successo impegnato nella commercializzazione di prodotti petroliferi, ai vertici del Gruppo Falck e della società antesignana di Camfin. Questo non significa tuttavia che abbia vissuto di rendita: Marco Tronchetti Provera nel 1971 ha conseguito la laurea in Economia e Commercio alla Bocconi di Milano e poi ha fatto uno stage di studio e lavoro a Londra presso una società di logistica. Al suo ritorno, ha deciso di mettersi in gioco e diventare imprenditore, fondando una sua società di logistica, la Sogemar.

Questa è stata solo la prima tappa della sua carriera, perché poi ha venduto la Sogemar e con il ricavato è diventato azionista di Camfin, e grazie alla sua esperienza e alle sue doti manageriali ha scalato i vertici aziendali andando a ricoprire il ruolo un tempo di suo padre.

La fama ottenuta nel settore, e un fortunato matrimonio, lo hanno reso il candidato più adatto a risollevare il Gruppo Pirelli dalla crisi, a seguito della mala gestione di Leopoldo Pirelli, e nel 1992 Tronchetti Provera ha assunto la dirigenza della Società della Bicocca. Reduce di una IPO di successo, il manager milanese è ancora uno dei pezzi da novanta di Pirelli, che ha costruito una carriera brillante poco per volta.

  • Natale (Oscar) Farinetti

Ecco l’esempio di un altro figlio d’arte, che è partito dalle orme paterne e poi ha spiccato il volo e sviluppato la sua idea imprenditoriale.

Piemontese di origine, anche Farinetti ha intrapreso gli studi di Economia e Commercio presso l’Università di Torino ma poi non ha conseguito la laurea e ha iniziato a lavorare con il padre, Paolo Farinetti, per lo sviluppo di Unieuro, che da semplice supermercato è diventato, grazie al loro impegno congiunto, una grande catena di distribuzione, specializzata nel campo dell’elettronica e degli elettrodomestici.

Scalati i vertici aziendali grazie alle sue doti manageriali e al retaggio paterno, una volta giunto alla Presidenza dell’impresa ha deciso di venderla alla Dixons Retail, e di usare il ricavato per avviare un progetto imprenditoriale ambizioso: il lancio di una catena di prodotti alimentari italiani di eccellenza. Nel 2004 ha quindi fondato Eataly, che oggi conta 38 negozi, di cui 16 all’estero.

  • Sergio Marchionne

Nato a Chieti, cresciuto in Canada e domiciliato in Svizzera, Sergio Marchionne non è un figlio d’arte e non è nato in giacca e cravatta, come dimostra la sua classica mise con maglioncino nero dolcevita, ma sicuramente ha studiato molto per diventare imprenditore.

Dopo la prima laurea in Filosofia conseguita presso l’Università di Toronto, ha cambiato settore e si è laureato in Legge alla Osgoode Hall Law School dell’Università di York e poi ha conseguito un Master in Business Administration (MBA) presso l’Università di Windosor. Tra i percorsi di studio post laurea sono questi Master quelli che meglio preparano alla carriera imprenditoriale.

Ha quindi iniziato ad esercitare la carriera di commercialista e avvocato ma poi ha deciso di metterla da parte per accedere a ruoli dirigenziali in diverse imprese del Nord America.

La svolta alla sua carriera è avvenuta alle soglie del 2000, quando è diventato CEO della SGS di Ginevra, specializzata nei servizi di ispezione e certificazione. La sua ottima gestione dell’azienda svizzera gli ha fatto guadagnare la fama necessaria per entrare nelle grazie della famiglia Agnelli, che nel 2004 lo ha nominato CEO del Gruppo FIAT. Da allora si trova alla dirigenza del Gruppo e dei suoi vari comparti, Fiat Chrysler Automobiles N.V., FCA Italy, FCA US, CNH Industrial N.V., Ferrari N.V. e Ferrari S.p.A., ed è considerato il promotore del suo rinnovamento e del suo rilancio sul mercato internazionale.