Calcolo mutuo a tasso fisso: a chi conviene veramente?

Mutui in Italia, lo stato dell'arte

Quando ci si avvicina al momento della richiesta di un finanziamento per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della propria prima o seconda casa, una delle scelte fondamentali è certamente legata alla possibilità di applicare sul proprio capitale un tasso di interesse fisso o un tasso di interesse variabile. Ma come si calcola il mutuo tasso fisso? E, soprattutto, a chi conviene veramente il mutuo a tasso fisso e chi invece potrebbe avere una maggiore convenienza a sottoscrivere un mutuo a tasso variabile?

Calcolo mutuo tasso fisso, la serenità a portata di mano

Come probabilmente ben noto, il mutuo a tasso fisso ha l’invidiabile beneficio di poter permettere una migliore pianificazione dei propri sforzi finanziari. L’applicazione di un tassocerto” al capitale oggetto di finanziamento permette infatti di poter conteggiare con precisione il montante e, nella maggior parte dei casi, disporre di rate di importo costante fino alla naturale o anticipata estinzione del piano di ammortamento.

Ne deriva, da quanto sopra, che il mutuo a tasso fisso dovrebbe essere scelto soprattutto da coloro che stanno cercando una maggiore serenità gestionale dalla propria operazione di credito e, comunque, che potrebbero essere messi in difficoltà finanziaria da un eventuale incremento dei tassi di interesse di riferimento sul mercato, che a sua volta potrebbe indurre una maggiore onerosità nell’operazione di finanziamento immobiliare.

Il tasso variabile conviene per scadenze di breve termine

Un beneficio quale quello sopra indotto risulta essere ulteriormente amplificato dall’attuale condizione dei tassi. Il costo del denaro non è mai stato così basso, e i tassi di interesse fissi oggi applicati dalle banche alle operazioni di mutuo sono talmente minimi che varrebbe forse la pena congelare il costo del finanziamento su queste soglie, garantendosi così di poter prolungare per 10, 20 o 30 anni l’onere del debito.

Naturalmente, quanto sopra non significa che il tasso fisso sia sempre la soluzione migliore, considerato che il mutuo a tasso variabile può garantire una rata iniziale più bassa. Valutato che il trend dei tassi è certamente crescente per i prossimi anni, val dunque la pena riassumere come i mutui a tasso di interesse variabile trovino convenienza fondamentalmente per quelle operazioni di mutuo a breve o brevissima scadenza (ipotizziamo, 5 anni o meno) mentre per quanto attiene le operazioni di mutuo a lunga o lunghissima scadenza, è il tasso fisso a rappresentare la scelta più congrua.

A quanto sopra si aggiunga poi che, sebbene vi sia un ricorso sicuramente minoritario rispetto alle due forme tecniche principali, esistono diverse altre proposte che gli istituti di credito nel corso degli anni hanno approntato per la propria clientela, al fine di permettere alla stessa di poter trovare un finanziamento che meglio possa rispecchiare le proprie esigenze o le proprie preferenze di pianificazione finanziaria. Si pensi, a titolo di esempio, ai mutui a tasso di interesse variabile con cap, o ancora ai mutui a tasso misto, o infine ai mutui con opzione di passaggio da fisso a variabile, o viceversa.